14 Lug
  • Da Felice Moscato
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Roma, raccolta di sangue difficile Tanti abitanti, pochi donatori. Paola Tosi su Donatori H24

Roma è da sempre un comune e una città dalle mille contraddizioni. Guadagnatosi l’appellativo di “comune più popoloso d’Italia” con i suoi quasi 2 milioni 800 mila abitanti, nonostante la cultura e le mille iniziative che ospita, fatica non poco sotto il profilo della raccolta sangue e, soprattutto, del plasma, importante componente per la produzione dei farmaci cd. “Salvavita”.

Proprio qualche tempo fa, il prof. Andrea Volterrani, dell’Università di Tor Vergata, aveva chiaramente dichiarato che se Roma donasse come le altre città del centro Italia, si risolverebbero con un unico atto tutti i suoi problemi di autosufficienza (l’equilibrio tra consumi e fabbisogno del sangue e dei suoi componenti – CNS).

Pochi giorni fa, la testata giornalistica Donatori H 24, ha chiesto ai riferimenti territoriali i motivi che portano Roma a questi livelli sotto dimensionati di raccolta e le ragioni che affliggono questa città. Concordi i presidenti intervistati su due maggiori criticità:  la mancanza di strutture che capillarmente servono il territorio romano (1.287 chilometri quadrati. Roma, sotto l’aspetto identitario, è una federazione di città più o meno grandi, ognuna con una propria identità ben segnata) e le campagne di sensibilizzazione che non attecchiscono tra la popolazione. L’emergenza Covid, inoltre, esacerba una situazione già storicamente precaria.

La nostra presidente regionale FIDAS, Paola Tosi, intervistata per l’occasione, si è concentrata su alcuni aspetti che da anni sono oggetto di attenzione delle Istituzioni e del Centro Nazionale Sangue, l’organo di coordinamento e controllo in materia del Ministero della Salute: “La storica e strutturata carenza di globuli rossi nel Lazio ha certamente concentrato l’attenzione di servizi trasfusionali e associazioni sulla donazione di sangue intero. Questa carenza permane e pertanto i globuli rossi rimangono l’obiettivo principale da raggiungere ma accanto a questo, è possibile aumentare la cultura del dono del plasma lavorando sul reclutamento, anzi recupero in senso positivo, proprio dei donatori non idonei per il sangue intero e sulla fidelizzazione di quanti già donano, rendendo sempre più naturale la donazione di plasma accanto alle due donazioni all’anno di sangue che proponiamo. La donazione di plasma offre inoltre la possibilità di ampliare gli orari della donazione e anche questa strada dovrebbe essere percorsa per agevolare i donatori rispetto agli orari di lavoro”.

Purtroppo la stagione estiva è un periodo di critica carenza per tutte le regioni italiane, che si concentra con un incremento della diffusione del contagio da Covid-19 tra la popolazione, limitando sempre di più le scorte regionali e mettendo in serio rischio gli approvvigionamenti ospedalieri.

Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e di quanti ancora non conosco la donazione del sangue e del plasma.

Prenota la tua donazione ai nostri contatti. Tel 06-77056409, Instagram, Facebook.

 

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