06 Ott
  • Da Felice Moscato
  • 437 Views
  • 0 Commenti

FIDAS e Istituto Italiano della Donazione: Presentazione del report “Noi Doniamo” 2022

Nella sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, a Roma, a margine della Giornata del Dono, che si svolgerà martedì 4 ottobre, è stato presentato il quinto rapporto sul dono in Italia, pubblicato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) e in collaborazione con Istituzioni ed Enti nazionali.

L’indagine stilata dall’Osservatorio apposito e intitolata “Noi doniamo” analizza tre tipologie: la donazione di capacità e tempo (volontariato), la donazione economica (denaro) e quella biologica: sangue, organi, tessuti etc.  Per ciascuno di tali ambiti il Rapporto misura le pratiche e la propensione al dono degli italiani con dati generali accompagnati da approfondimenti svolti da diversi punti di vista. E la fotografia che emerge è di un generalizzato impatto negativo sulla propensione al dono dei cittadini.

La donazione di sangue ed emocomponenti

In particolare, sulla donazione di sangue, dove è stato chiesto a FIDAS di dare il suo contributo, si fanno sentire gli effetti di lunga durata della pandemia. Secondo le elaborazioni del Centro Nazionale Sangue, nel 2021 i donatori di sangue e plasma in Italia sono stati 1.653.268, cifra che rappresenta un calo dell’1,8% in confronto al 2019. Nonostante una lieve ripresa rispetto al 2020, i livelli di donazione di sangue, plasma e altri componenti non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemici.

Le donazioni di sangue, mettendo a confronto i dati del 2021 e del 2019, vedono un trend in discesa del -1,8% secondo il Centro Nazionale Sangue.

“È la conferma di un trend decennale di un calo che pone non pochi preoccupanti interrogativi sulla sostenibilità del sistema sangue nel nostro Paese e che espone ancora di più il sistema stesso a carenze cicliche che nei mesi estivi si fanno ancora più sentire” si legge nel documento.

Il report rivela che dal 2012 la popolazione dei donatori di sangue è diminuita di circa il 5%, e che, nonostante tutti i dati siano in aumento rispetto al 2020, rispetto ai tempi prima della pandemia, sono in calo. Il documento svela l’andamento degli ultimi dieci anni, che ha visto un crollo del numero dei donatori del -9,6% rispetto al 2012,e del -6,7% nel triennio dal 2019 al 2021.

Il Centro Nazionale Sangue spiega alcuni dei fattori che hanno portato al mutamento, indicando che sarebbe “in linea con le prospettive di un Paese in cui il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione sono tra le costanti più allarmanti”.

Il report, che monitora la situazione delle organizzazioni non profit, le quali migliorano, peggiorano o mantengono stabili le proprie entrate totali, evidenzia che nel 2021 i dati delle raccolte fondi non sono ai livelli precedenti alla pandemia, ma vedono un incoraggiante aumento rispetto all’anno precedente. In particolare le organizzazioni non profit che hanno raccolto di più dalle aziende passano dal 6% del 2020 al 26% del 2021. Anno in cui la pratica del volontariato ha visto un trend particolarmente negativo, la cui percentuale misurata dall’Istat è diminuita dal 9,8 per cento del 2019 al 7,3 per cento dei 2021; 2,5 punti percentuali che includono trasversalmente la diminuzione della partecipazione.

Il Volontariato

La pratica volontaria dei cittadini ha visto infatti nel 2021 un trend particolarmente negativo. La contrazione dell’attività di volontariato misurata dall’Istat, e già riportata ad aprile con la pubblicazione dei dati più rilevanti all’interno del Rapporto Bes 2021, è stata di 2,5 punti percentuali rispetto al 2020. Se nel 2019 era stata del 9,8% la quota di persone che avevano svolto volontariato, calata al 9,2% nel 2020, il 2021 ha registrato un crollo di quasi due punti percentuali, assestandosi al 7,3%.

Anche l’attività gratuita non in associazioni di volontariato ha registrato una battuta d’arresto nel 2021, passando al 2,1% dal 3% del 2020. Il calo riguarda tutte le aree geografiche, ma è più accentuato al Nord dove peraltro erano e rimangono più alti i livelli di impegno volontario delle persone. Trasversale la diminuzione anche per genere ed età, anche se è più accentuata tra le femmine e tra i giovani di 14-19 anni (-4,6 punti percentuali) e 60-64enni (-3,5 punti percentuali).

 

Per leggere il report completo: REPORT